Seminare cittadinanza attiva

Seminare cittadinanza attiva

Avvicinandoci alla fine dell’anno, ci siamo domandati quale fosse la “parola chiave” del 2021 per YEPP ITALIA e abbiamo scelto Comunità. Si tratta di un filo rosso che ci ha accompagnati nella pratica sui territori e in gran parte degli approfondimenti pubblicati sul sito www.yeppitalia.it in quest’ultimo anno: articoli nei quali, attraverso il racconto dei giovani, degli educatori, degli amministratori, dei responsabili della nostra Associazione, abbiamo riflettuto sul significato di questo concetto, specie al tempo della pandemia.

Crediamo sia fondamentale continuare a interrogarci sul ruolo della nostra rete all’interno delle comunità in cui i giovani si attivano, capirne il senso, il significato e cosa possiamo ancora costruire con i giovani e per i giovani nei loro territori. 

Abbiamo provato ad allargare lo sguardo, facendoci accompagnare nella riflessione sul tema della Comunità da Angela Lostia, Presidente di YEPP Italia, per dipanare il filo rosso creato da questa parola, a cavallo tra un 2021 ancora segnato dal Covid e un 2022 che guarda ad un tempo rinnovato sebbene non del tutto privo di incertezze.

Angela, cosa ha significato per YEPP Italia lavorare nelle Comunità? Come si è riusciti a farlo in questo 2021 che sta per finire?

Credo che questo anno abbia rafforzato elementi già emersi in quello precedente. Nonostante le fatiche del Covid (con tutto ciò che non si è potuto fare), abbiamo notato nei giovani impegnati nei Siti YEPP che il legame con il territorio si è rafforzato.

Avere a disposizione un lungo tempo in cui non potersi spostare, ha dato loro la possibilità di guardarsi intorno e riflettere su quanto stavano facendo, come volevano stare nelle loro comunità. Lo abbiamo visto soprattutto nei Siti YEPP non urbani (ad esempio nelle valli cuneesi o nei piccoli Comuni liguri) dove l’alternativa tra “vado” e “resto” è sempre molto forte. In queste realtà i giovani di YEPP ci hanno riportato di aver riapprezzato il loro territorio. Hanno avuto tempo per chiedersi dove volesse andare la loro vita, a quali condizioni potessero restare, come svilupparla nelle loro comunità e come cambiarle affinché possano diventare “comunità per i giovani”. La pandemia ha avviato un processo di ricollocazione, dando ai giovani l’opportunità di chiedersi quale apporto volessero dare alla comunità e come volessero farlo.

Nelle sei associazioni nate da percorsi YEPP, ad esempio, i giovani che ormai hanno acquisito strumenti e competenze necessarie a gestirle, si trovano come su un trampolino di lancio. Sono pronti a prendere una propria strada, che segue i valori di YEPP, a fare “per” e “con” la comunità a cui guardano come elemento di cambiamento necessario a creare un futuro che vada bene per loro.

Il tempo pandemico, secondo me, ha richiesto una grossa collaborazione sui territori, ha fatto emergere, soprattutto da parte di alcuni amministratori pubblici, il riconoscimento dei giovani come elemento attivo per rendere il territorio vivo e vivibile, per tentare di rispondere alla tendenza allo spopolamento. Oggi credo che le Associazioni YEPP siano in una fase in cui i giovani stanno consolidando le proprie scelte, assumendo un’identità specifica che si innesta sui valori di YEPP.

Quali sono invece le sfide ancora da cogliere per YEPP Italia? Come intende lavorarci nel prossimo futuro?

Credo ci sia una sfida che accomuna tutti i giovani: quelli che si avvicinano a YEPP o ne fanno già parte, quelli che in generale hanno un interesse a fare per sé e per la comunità. Questa sfida consiste nel capire come tenere insieme prospettive proprie e di comunità: come costruire un pezzo di futuro per sé e allo stesso tempo dare un apporto in termini di progettualità, azioni, proposte alla comunità, portando un cambiamento positivo a fronte delle tante difficoltà incontrate.

Il tema del costruirsi un futuro (anche lavorativo) che renda sostenibile un percorso di cittadinanza attiva mettendo insieme la vita, le scelte, lo spendersi per la comunità, credo sia un nodo molto forte.

Non a caso YEPP Italia sta avviando una ricerca, in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo e in dialogo con altri soggetti, per costruire una “rete pensante” di adulti e giovani sul tema del rapporto tra volontariato, associazionismo e cittadinanza attiva. Questo lavoro parte dall’esigenza di ricambio generazionale e dalla necessità di capire concretamente quali sono le condizioni che favoriscono la possibilità per i giovani di spendersi per la comunità, perché non sono più le stesse di quando YEPP nasceva vent’anni fa. Allora il discrimine tra percorsi di studio, lavoro o ricerca del lavoro, tempo che si voleva dedicare ad attività svolte volontariamente per una causa, era molto più chiaro. Le attività di YEPP, infatti, erano più legate alla sfera della cultura, del tempo libero, dell’arte, per sviluppare interessi e strumenti di partecipazione.

Nel tempo il quadro è cambiato: non c’è più “un’altra vita” fatta di studio o lavoro, tutto si mescola. Per questo motivo è urgente capire come attraverso i percorsi YEPP, ad esempio, possiamo portare i giovani a costruire un pezzo della loro vita. Il rapporto col mercato del lavoro, divenuto più complesso e frammentato, vent’anni fa non ci faceva pensare a YEPP come opportunità di lavoro per i giovani partecipanti. Oggi invece, anche se non in tutti i Siti YEPP, abbiamo realtà come YEPP Falchera a Torino dove i giovani si spendono per la comunità, fanno attività per bambini e preadolescenti, gestiscono il Centro culturale El Barrio che anima la vita culturale del quartiere. Questi giovani vedono nell’Associazione che hanno fondato un percorso grazie al quale hanno acquisito nuove competenze e attraverso il quale costruire un pezzo di futuro per sé e per chi arriverà dopo.

Anche in YEPP Valle Stura, nella provincia di Cuneo, stiamo ragionando su come l’Associazione può includere nuovi giovani, creare progettazione partecipata per decidere cosa fare per la comunità, ma allo stesso tempo come trasformare la partecipazione in una strada professionale e lavorativa per i giovani che ne fanno parte. Si tratta di un orizzonte del tutto nuovo per YEPP ITALIA.

Ci sono altri nuovi orizzonti per YEPP Italia nel 2022?

Il fulcro della mission di YEPP Italia continuerà ad essere quello di promuovere e rendere possibili percorsi di cittadinanza attiva per i giovani.

Espanderemo la rete dei Siti, con un nuovo Sito a Forlì che finalmente dopo un anno di attesa a causa del Covid nascerà grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e con il Comune di Forlì. Altre possibilità si profilano in diverse aree del Piemonte e della Liguria, e nelle regioni del sud Italia.

Sono anche nati nuovi modelli e modi di fare YEPP, diversi dal “classico Sito” per come lo abbiamo conosciuto (cioè un percorso che costituisce un gruppo locale e un cammino di lungo periodo). Stiamo sperimentando percorsi con giovani in gruppi formali o informali già esistenti, che vengono formati sulla metodologia YEPP per sviluppare progetti propri sul territorio. Come YEPP Italia abbiamo capito di dover essere più flessibili per poter disseminare il metodo YEPP in territori che hanno caratteristiche diverse.

Un altro aspetto che vogliamo affrontare è legato al come avvicinare i giovani alle istituzioni che sui territori si prendono cura della comunità, ad esempio le fondazioni di comunità. Un nuovo modello di lavoro che consentirà di avvicinare queste fondazioni ai giovani dei loro territori, attraverso percorsi di conoscenza reciproca e di coprogettazione.

In generale abbiamo capito che non esiste una via sola per seminare cittadinanza attiva. Perciò abbiamo immaginato percorsi diversi per influenzare le politiche giovanili, per rovesciare il ruolo dei giovani, dando loro visibilità, riconoscimento e potere decisionale nelle comunità.