RIFLESSIONI IN PILLOLE: Autonomia  dei giovani

RIFLESSIONI IN PILLOLE: Autonomia dei giovani

L’articolo che segue inaugura una serie di brevi riflessioni che saranno proposte periodicamente sul sito web di YEPP Italia e nella newsletter, su concetti che ci sembrano cruciali nel lavoro con i giovani. Ci si chiederà di che cosa parliamo quando esprimiamo uno di questi concetti e in che modo, tra i molti possibili, vengano declinati a partire dall’esperienza quotidiana di YEPP Italia e dall’impianto teorico cui si ispira. 

Nella letteratura e nelle azioni (progetti, convegni, bandi) che riguardano gli adolescenti e i giovani il concetto di “autonomia” ricorre come ingrediente quasi immancabile. È frequente il suo abbinamento all’acquisizione di un lavoro stabile (autonomia economica) e all’uscita dalla casa genitoriale (autonomia abitativa), per cui vengono messi in campo supporti o sperimentazioni che favoriscano ciò che viene definito “transizione all’età adulta”. 
Dalla nascita allo svezzamento e via via per tappe successive, l’autonomia appare così come un processo graduale, fino alla piena acquisizione della condizione di adulto.
Come scrive S. Bertolini (2018) “non esiste un unico modo di diventare adulti e lungo i loro percorsi i giovani combinano in maniera differente, a seconda delle risorse e dei capitali che hanno a disposizione, autonomia abitativa ed economica nella strada per raggiungere la loro autonomia psicologica.” 
Leggendo queste parole tratte da una ricerca sulla percezione del futuro tra i giovani italiani, viene da porsi una questione simile a quella dell’uovo e della gallina. Chi nasce prima? L’autonomia psicologica è presupposto o conseguenza? 
Al di fuori di ogni semplificazione che richiami meccanici rapporti causa – effetto, sembra utile uno sguardo al dizionario, che ci riporta all’origine greca del termine, “capacità di governarsi con proprie leggi”. Che cosa può voler dire, tradotto nei percorsi di vita di una persona giovane? Ad esempio: agire in base al proprio ragionamento, anziché reagire perché indotti da proposte o da richieste altrui? Trovare proprie modalità di gestione della vita quotidiana, in cui ci si senta sereni e si provino benessere e gioia? Ma anche, poterlo fare perché non si dipende da altri sul piano materiale? In ogni caso, un elemento comune alle diverse declinazioni dell’autonomia è il suo collegamento necessario con l’assunzione di responsabilità, che a sua volta rimanda al concetto di scelta.
Dal punto di vista di YEPP, che nasce dall’intreccio tra riflessione e relazione costante con i giovani nei siti locali, una prima considerazione è che nei progetti e nelle misure che le politiche mettono a punto per promuovere l’autonomia dei giovani si può riconoscere in prevalenza un disegno individuale, rivolto a fornire strumenti e sostegni ai percorsi dei singoli giovani.
Ciò che YEPP prova a fare, nei pezzetti di mondo in cui si sviluppano i suoi percorsi, è proporre il gruppo come dimensione e punto di partenza del conseguimento dell’autonomia. Il gruppo locale, e le associazioni giovanili di YEPP, come modalità e come metodo per agire insieme ai pari nella e per la comunità. In questa chiave risulta più che mai appropriato il richiamo di V. Pellegrino (2019) a distinguere tra “esercitare” cittadinanza attiva e “esercitarsi”, cioè prepararsi e rafforzarsi in una sorta di “palestra separata dal mondo”. Questo tipo di percorso riporta ai due pilastri della responsabilità e soprattutto della scelta, che sembra essere un nodo particolarmente difficile per molti giovani, rallentati, se non paralizzati, dal timore di sbagliare o dalla difficoltà di capire come si sceglie. Esercitare cittadinanza, nel legame che si produce con l’assunzione di responsabilità reali da parte di ciascuno, verso il gruppo e verso il territorio, può generare circoli virtuosi che portano all’autostima e al rafforzamento di sé, aiutando ciascuno a capire in autonomia dove vuole andare e a intraprendere il cammino per arrivarci. 
Ancora un pensiero riguarda l’autonomia come interdipendenza: non sinonimo dell’abolizione di ogni legame, della rincorsa egocentrica di tutto ciò che si vuole, ma percorso che mantiene una relazione costante di dialogo, di reciproco aiuto alla comprensione, di incontro e di condivisione, con gli altri e con il mondo adulto. Superando le ansie di sostituzione e gli eccessi di tutela da parte degli adulti. O, per dirla con una sedicenne di YEPP Falchera, “mi stai vicino per un po’, ma poi devo buttarmi in acqua, sennò non imparo mai a nuotare”.
“Questo tipo di movimento verso la cittadinanza attiva porta nei partecipanti un salto di crescita che può funzionare come possibile antidoto alla condizione di un’adolescenza indefinitamente protratta che diffusamente caratterizza la società contemporanea. La proposta non è quella di un’adultizzazione precoce, e nemmeno di un presente vissuto in funzione e in costante tensione preparatoria verso un futuro per cui occorre essere pronti e adeguati ma, invece, è quella di un’età giovanile vissuta nella pienezza del suo potenziale: il domani, il futuro, passano per un qui ed oggi significativo e reale.” (15 anni di YEPP in Italia – Uno Studio, 2019).