Ri-leggere YEPP: le sfide future

Ri-leggere YEPP: le sfide future

Siamo certi: le ripercussioni del Covid sono un aspetto che incide e inciderà sul modo di fare YEPP nei territori e a questa riflessione non ci sottraiamo, sia come Associazione sia in quanto adulti in relazione con il mondo giovanile. Per questo abbiamo voluto rileggere i temi emersi dal convegno sui primi 15 anni di YEPP in Italia (ottobre 2019) per capire come la pandemia abbia influito su valori, motivazioni, ruoli, relazioni all’interno dei gruppi YEPP.

Ne parliamo con Ortensia Romano e Marco Barra, responsabili di YEPP Italia, che nella prima parte del 2021 hanno portato avanti un confronto mirato con giovani (ed ex) di YEPP, operatori di YEPP e di altre realtà sociali che collaborano nei territori, per interpretare i temi del convegno alla luce dei mutamenti imposti dal Covid.

Non sono riflessioni conclusive - precisa Ortensia-. Abbiamo ragionato sugli ingredienti che potevano essere più utili per la partecipazione giovanile. Volevamo capire se valessero ancora o non più, dopo la pandemia (tra rapporti online, distanziamento sociale, relazioni “sconsigliate”). Volevamo soffermarci su come alcune esperienze e strumenti sperimentati e condivisi in questo periodo possano essere funzionali anche per il futuro”. 

Il confronto, avvenuto online, è stato condotto attraverso gruppi allargati che hanno cercato di attualizzare i temi del convegno. Il primo aspetto ad emergere, secondo Ortensia e Marco, sono i diversi livelli di resilienza tra una categoria e l’altra.

I giovani di YEPP - spiegano - sono stati molto capaci di esprimere difficoltà e disagi emotivi, in modo profondo e creativo. Hanno usato disegni, musica, video, canzoni... Emerge una grande capacità di ragionare sul futuro, una spinta a non restare fermi su un passato e un presente che schiacciano. Hanno dimostrato una grande voglia di trovare il buono anche in questo periodo faticosissimo, pur riconoscendolo come tale. Gli operatori, invece, sono rimasti più focalizzati sulle difficoltà, sulla sperimentazione di tanti strumenti, su quali abbiano funzionato o meno. Sono rimasti più bloccati, sospesi, rispetto alla situazione. Avevano certamente un grande bisogno di condividere le difficoltà incontrate. Di qui la riflessione sulla possibilità di organizzare specifici momenti di supporto per loro”.

Come la pandemia abbia inciso sul modo di “fare YEPP” nei territori è ancora una domanda senza soluzioni definitive. Certamente il Covid ha aperto nuovi terreni di discussione dentro YEPP Italia come Associazione, anche rispetto al lavoro con i giovani.

Tra le necessità riportate dagli operatori e messe in evidenza da Ortensia e Marco vi è quella di fare rete, vedersi con più frequenza per scambiare buone pratiche ed esperienze legate all’operatività e alle difficoltà.

Riguardo i ragazzi - evidenziano i due rappresentanti di YEPP Italia - un tema più ampio è la flessibilità data dagli strumenti web. Come riporta l’appendice agli atti del convegno, ci sono questioni non ancora chiarite. Alcuni dicono che l’online non funziona, perché cancella la possibilità di stare negli spazi e il condividere tipico di YEPP. Altri, invece, ci hanno raccontato esperienze di gruppi che si sono formati online con soli studenti fuori sede e che si interrogano su come continuare ora che ci può vedere dal vivo.

Un’altra cosa che ci ha colpito è la loro riflessione sul fatto che non tutto debba essere fatto sempre insieme. Molti durante la pandemia hanno lavorato in sottogruppi, mantenendo uno sguardo al territorio. Online non si può stare insieme per molte ore, magari ci si vede per meno tempo, per poi ritrovarsi nel gruppo allargato e riportare quanto deciso. Non è una novità, ma vedersi online può andare incontro ad esigenze di partecipazione molto variegate”.

Queste riflessioni interrogano inevitabilmente su un eventuale cambiamento nel modo di fare YEPP nei territori, su come queste nuove modalità sperimentate possano continuare anche dopo la pandemia.

L’esperienza del Covid ha certamente fatto comprendere come l’attivazione dei giovani si possa sperimentare anche a distanza, senza però rinunciare al collegamento con una specifica comunità in cui inserirsi. In generale questo tema apre alla riflessione su come sia cambiato il concetto di territorio e di comunità perché, se prima lo spazio virtuale e quello fisico erano molto più definiti e distinti, ora invece sembrano sovrapporsi, con la comunità che a volte diventa community.

Quando i giovani si interrogano su cosa possono fare per il loro territorio, di cosa stiamo parlando e come si può agire per il territorio senza essere fisicamente presenti?

In realtà si può - ribattono Ortensia e Marco-, ma in una modalità che cambia, pur continuando a rispondere ai bisogni della comunità. Pensiamo all’esempio di YEPP Porta Palazzo dove gli operatori si sono trovati a dover rispondere ad esigenze molto concrete (es. fornire una connessione web) mentre i ragazzi si sono attivati per portare la spesa a chi era in difficoltà durante il lockdown. Sono temi e obiettivi molto diversi da quelli consueti di YEPP, il territorio però resta presente nelle riflessioni e nei ragionamenti, ma in una modalità nuova. Hanno ragionato sul loro territorio senza potersi vedere in presenza anche i giovani di YEPP Valle Tanaro che dopo l’alluvione hanno lanciato una raccolta fondi online per sostenere i Comuni alle prese con la ricostruzione: un modo di attivarsi pur non essendo presenti fisicamente”.

Partecipazione, relazione, comunità: l’era Covid lascia in eredità a YEPP Italia e a tutti coloro che ne fanno parte una profonda riflessione su questi temi che intrecciano necessariamente il metodo e il modo di fare YEPP. Ancora senza soluzioni definitive, questi primi 15 anni di YEPP segnano l’inizio di nuove sfide nei territori dove ragazzi e adulti si incontrano per dare vita ad opportunità e soluzioni innovative per il mondo giovanile.