Innovare il ruolo dell’educatore: l’esperienza di Matteo e Martina in YEPP

Innovare il ruolo dell’educatore: l’esperienza di Matteo e Martina in YEPP

Quando YEPP attiva un sito, fra i soggetti che seguono il gruppo di giovani partecipanti nel loro percorso ci sono anche gli educatori. Dialogando con loro scopriamo come YEPP incida sul loro ruolo, dal punto di vista professionale e personale. Come si è modificato grazie a YEPP il lavoro degli educatori?

A rispondere sono Martina Cristino, 32enne originaria di Villanova Mondovì, e Matteo Gai, 38enne di La Spezia. Martina segue il sito YEPP Langhe tramite la Cooperativa sociale Caracol dove da 6 anni è impegnata in progetti di educativa di strada, sviluppo di comunità, partecipazione giovanile e prevenzione del disagio. Matteo, invece, lavora in Liguria per la Cooperativa Lindbergh dove si occupa di progetti educativi nelle scuole rivolti agli adolescenti, mirati alla diminuzione del conflitto e allo sviluppo dell’ascolto reciproco.

Quando e come avete incontrato YEPP?

Matteo : “È stato nel 2009 quando il Comune di La Spezia ha fatto un bando per individuare operatori che potessero realizzare il progetto YEPP. Con la Cooperativa Lindbergh abbiamo partecipato e abbiamo vinto l’assegnazione dell’appalto”.

Martina : “È stato nel 2010 quando ho fatto un colloquio per lavorare sulla partecipazione dei giovani nel Comune di Roddi: erano solo 4 ore a settimana, ma con l’obiettivo di conoscerli e coinvolgerli nel progetto YEPP perché il Comune voleva attivare un centro giovani, ma mancavano i partecipanti. Ho conosciuto YEPP in quell’occasione ed ho iniziato lavorando su un solo Comune mentre YEPP Langhe oggi conta 11 Comuni aderenti. L’obiettivo è stato raggiunto in poco tempo: la partecipazione è cresciuta ed ho iniziato a seguire anche progetti trasversali nati dalle richieste dei ragazzi (ad esempio legati alla scrittura e alla fotografia) poi ho seguito i Comuni di Castiglione Falletto e Verduno”.

Matteo : “È stato molto interessante osservare e individuare il processo di crescita e di empowerment del gruppo che ha fatto parte di YEPP La Spezia. Inizialmente era piccolo, una decina di ragazzi, poi negli anni è arrivato a coinvolgere diverse decine di ragazzi, ma dopo un po’ si è di nuovo perso. Il gruppo ha avuto vicende alterne, è un sito particolare: dopo un inizio vivace, il Comune di La Spezia dopo il rinnovo della Giunta ad un certo punto ha deciso di non proseguire con YEPP e questo ha stoppato il progetto, disperdendo un po’ i ragazzi. Rispetto al mio lavoro YEPP ha portato sicuramente un focus sull’aspetto del protagonismo, della crescita individuale, un aspetto sempre presente nel lavoro educativo, ma di solito non lo si mette così al centro. Spesso si tende a lavorare sul momento, su un problema specifico, qui invece si presta attenzione ad una prospettiva di sviluppo nel tempo”.

“Per me YEPP è un’esperienza importante e molto formativa sia a livello personale sia di acquisizione di tecniche specifiche legate alla partecipazione, alla costruzione di una relazione con le persone e il territorio ...  YEPP mi ha dato l’opportunità di lavorare molto su questi aspetti, sia imparando e diffondendo tecniche, sia lavorando sul territorio grazie alla conoscenza dei ragazzi e delle loro necessità. Per me YEPP è un modo di lavorare molto più aperto al territorio perché a volte l’esperienza educativa non ha questo spazio, questo confronto con l’Amministrazione pubblica e i soggetti del territorio, al di fuori dell’utenza specifica”.

Martina : “Se penso a prima e ad altri contesti devo dire che con YEPP c’è stata molta autonomia: è il lavoro più flessibile che ho avuto. Sono entrata in un momento in cui non c’era nulla di canonizzato, gli educatori non erano ancora stati inseriti quindi è stato tutto uno sperimentarsi e un “ripulirsi” un po’ dal ruolo classico (quello legato a interventi di servizio sociale, contesti di disagio...). Con YEPP sono stati rimossi tanti schemi fissi sostituendoli con cose nuove.”

Da educatore come giudichi il metodo YEPP?

Matteo : “Ho sempre trovato YEPP un modo di lavorare molto interessante e adatto ai ragazzi perché spesso, nei progetti che abbiamo fatto, chiedevamo di farli diventare più protagonisti, coinvolgerli nell’individuare e realizzare attività politiche e di partecipazione. YEPP ha centrato molto questo aspetto, soprattutto perché in una città come La Spezia, dove la popolazione anziana è molta, c’è la tendenza a trascurare il settore delle politiche giovanili e la progettazione di attività per adolescenti e giovani adulti”.

Martina : “Apprezzo il fatto di avere un ruolo di supporto ai giovani: fai parte di un progetto molto più grande e tu sei lì a supportare un processo di cui fai parte ma dal quale devi anche un po’ tirarti fuori. È come guardare dal balcone una pianta che cresce: sei dentro, ma non sei protagonista perché sono i ragazzi che fanno. È difficile cercare e trovare un equilibrio in tutto questo, ma quando ci riesci li vedi crescere ed è davvero bello! Con YEPP l’educatore lavora perché non abbiano più bisogno di lui in futuro. Non si lavora con categorie fisse di ragazzi, il progetto è aperto a tutti e senza un target predefinito, cosa che rappresenta una sfida per l’educatore perché significa coinvolgere ragazzi molto diversi fra loro”.

Come hai visto cambiare i ragazzi grazie a YEPP?

Matteo : “Nel tempo li ho visti prendere coscienza della possibilità che loro stessi potessero creare delle cose. Il gruppo YEPP che più a lungo ha partecipato e si è attivato ha veramente avuto idea del fatto che potessero cambiare le cose, avere una prospettiva differente e che loro stessi potessero dare un taglio diverso alle situazioni da affrontare”.

Martina : “Sono cresciuti in autonomia, capacità di gestione, autostima: ora si “buttano” e fanno, hanno più consapevolezza rispetto al potere che possono esercitare anche sugli amministratori locali. Sono molto innamorata dei ragazzi che ho seguito: sono bellissimi! Li ho visti fare esperienze che li hanno cambiati e averle fatte con loro ha cambiato anche me: è stato un percorso di crescita con tante opportunità diverse, esperienze anche molto forti ... Abbiamo conosciuto tante persone che hanno accompagnato i ragazzi e lasciato in loro belle “impronte” sia a livello individuale che di gruppo”.

Cosa mancava al tuo territorio prima che arrivasse YEPP?

Matteo : “Quello di La Spezia era un territorio povero di opportunità per i ragazzi, poi negli anni abbiamo visto uno sviluppo positivo degli aspetti legati alle prospettive per loro. Mancavano spazi, dimensioni a misura di ragazzo, politiche specifiche rivolte a questa fascia d’età che non fossero formative o lavorative. Grazie a YEPP, si è passati dall’assenza alla creazione vera di opportunità, anche grazie al modo di ragionare con il Comune per rendere il metodo di lavoro di YEPP uno strumento delle politiche giovanili comunali, dando un ruolo importante al progetto e ai giovani che ne facevano parte. Grazie all’influenza di YEPP si è creata una reciproca disponibilità al dialogo fra Comune e ragazzi, si è aperta una possibilità di confrontarsi e cercare strade comuni. Inoltre con YEPP abbiamo lavorato nelle periferie più dimenticate rispetto ad altre zone della città dove erano già stati fatti interventi, specie sulla presenza di stranieri. Nelle zone dove abbiamo lavorato con YEPP, per i giovani non erano mai state create attività né fatti progetti di nessun tipo”.

Martina : “Nel mio territorio, le Langhe, mancava un dialogo diretto tra giovani e istituzioni, mancava la consapevolezza di cosa fossero le politiche giovanili: se ne parlava poco e delegando... Questi piccoli Comuni delle Langhe non ne avevano idea. C'era noltre un forte campanilismo fra i giovani che non si parlavano e non si spostavano, mancavano luoghi di aggregazione ... C’era un contesto disomogeneo che YEPP ha uniformato, creando un metodo comune di lavoro, estendendo delle possibilità su altri Comuni dove prima non c’era nulla. Ma soprattutto l’ha fatto partendo dai ragazzi con un movimento dal basso, arrivando a lavorare bene con le amministrazioni, creando una consapevolezza in più sull’impatto dell’investimento nelle politiche giovanili. Una specie di effetto domino: sono stati piantati tanti semi e sono nate cose diverse e inaspettate, i ragazzi hanno portato dentro YEPP passioni che avevano maturato altrove, coinvolgendo a più livelli tante persone”.

Come parleresti di YEPP ad un educatore che non lo conosce?

Matteo : “YEPP è un’esperienza a 360°, che permette di confrontarsi con tantissimi aspetti della vita locale e del territorio, un’esperienza in cui è importante mettersi sempre in gioco, trovare uno stile educativo e degli spazi per crescere e far crescere i ragazzi, crescendo insieme a loro. Come educatore sono cambiato molto, quando ho iniziato non avevo una grande esperienza ... YEPP è stato una parte importante della mia esperienza professionale in campo educativo: sono cresciuto molto grazie a YEPP perché mi ha insegnato a vedere le sfide sempre come un’opportunità, un modo per confrontarsi con gli altri e il territorio al di là delle persone che si stanno seguendo, mi ha insegnato molto l’ascolto dei ragazzi e della realtà che hanno attorno, mi ha insegnato a capire i bisogni per poter affrontare al meglio diverse situazioni”.

Martina : “YEPP per me è stato un esercizio di creatività, qualcosa che mi ha fatto mettere in gioco, mi ha fatto studiare approcci nuovi, mi ha fatto pensare con schemi e strategie diverse per adattarmi ... è un modo per buttarsi in qualcosa di non definito che cambia ogni anno, reinventarsi anche professionalmente. Non è un lavoro a schema fisso, anzi per farlo bene devi dare tanto e impegnarti, metterti a disposizione del gruppo e inventarti modi di accompagnare il processo. Come educatore, finché non sei dentro al progetto non riesci a vedere la sfida, devi crederci per poterlo fare, devi credere che i ragazzi abbiano cose da dire, che siano un valore aggiunto per il territorio, devi essere dinamico e credere nel valore del confronto e dello scambio”.