Giovani donne in YEPP: voci e storie

Giovani donne in YEPP: voci e storie

8 marzo, festa della donna, festa delle donne. Potrà sembrare banale, scontato, ma non avevamo mai ospitato un articolo dedicato esclusivamente al punto di vista delle ragazze che fanno YEPP. Abbiamo scelto voci diverse per età, permanenza nel gruppo YEPP, geografia... Vogliamo provare a fotografare e restituire lo sguardo di queste giovani sul mondo, sulle relazioni che sperimentano nei Siti YEPP, indagare quali sono le loro priorità e speranze.

Forse non riusciremo a restituire tutta la loro energia, la voglia di cambiare la realtà che vivono, la maturità che dimostrano, ma ... ci proviamo!

Loro sono Nadia Cretier, 29 anni, insegnante di scuola primaria, attiva per 8 anni nel gruppo YEPP Porta Palazzo da cui poi si è staccata per seguire il progetto “YEPPèFICA”, Serena Miceli, anche lei di YEPP Porta Palazzo, ha invece 26 anni e nella vita si occupa di ricerca e selezione del personale. Annalisa Merici, che di anni ne ha 19, vive nella provincia di Cuneo dove fa parte di YEPP Valle Stura, ma si sposta a Genova per studiare biologia così come Elena Morano, che a 21 anni si è trasferita dalla Calabria (dove è attiva in YEPP Bivongi) per studiare fisica a Pisa. 

Abbiamo chiesto loro se le tematiche di genere dovessero trovare spazio nell’attività dei Siti YEPP e tutte hanno risposto di sì in modo convinto. Inoltre hanno sottolineato come questa urgenza sia sentita proprio per sopperire alla mancanza di spazi per affrontare queste questioni, riscontrata nella scuola. 

Sono argomenti importanti per noi - dice Elena - perché oggi c’è sempre più consapevolezza da parte dei giovani, specie delle donne, di queste tematiche così come per il razzismo, il sessismo, le discriminazioni legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale. Ad esempio, per me YEPP, da quando ne faccio parte, credo mi abbia dato una spinta in più, un’occasione per discutere con altre persone di queste tematiche o avere a che fare con persone più esperte e poterne parlare insieme”.

L’educazione sessuale e le questioni di genere negli ultimi anni sono discorsi caldi nel nostro gruppo - spiega Annalisa di YEPP Valle Stura - spesso ci troviamo ad avere a che fare con persone che parlano di questi argomenti, non sempre sappiamo cosa dire o abbiamo le conoscenze giuste per poter dire qualcosa, perciò volevamo approfondire”. 

Per tutte, il confronto all’interno dei Siti YEPP e la possibilità di farlo “tra pari” (anche con i ragazzi) o ricorrendo ad esperte, grazie alle risorse messe a disposizione dalle progettualità di YEPP, è un elemento molto importante.

YEPP ci ha dato uno spazio per parlarne tra persone che si conoscevano, ma aperte ad incontri con altre che si vogliano unire - sottolinea Serena di YEPP Porta Palazzo -. YEPP ci ha dato materialmente un luogo, un posto sicuro prima della pandemia, ma anche durante il lockdown i nostri incontri sono continuati online perché sentivamo il bisogno di confrontarci e parlare. YEPP ha avuto il grande merito di credere in questo e di dare ascolto alle voci delle ragazze che facevano parte del gruppo, ci ha dato i fondi per invitare le esperte, ci ha dato modo di portare avanti una bellissima attività di confronto”.

Qualcuno a questo confronto ha fatto “fare un salto” e dopo una serie di incontri tra ragazze di YEPP, in Valle Stura ad esempio è partito un vero e proprio corso di educazione sessuale e all’affettività con il supporto di una sessuologa mentre a Torino Porta Palazzo è nato un gruppo specifico che ha scelto un nome forte, evocativo, ma importante per sdoganare stereotipi e pregiudizi che, come spiegano Nadia e Serena, nascono innanzitutto dal linguaggio che si utilizza.

“YEPPéFICA” viene definito da Nadia e Serena quasi un gruppo di “auto mutuo aiuto”, dove ci si può confrontare tra ragazze su temi che dal generale entrano nella vita di tutti i giorni (molestie, discriminazioni, orientamenti sessuali...). E quando si sente la necessità di un parere più qualificato, il gruppo si confronta con professioniste come sessuologhe, avvocate, ostetriche ...

Abbiamo dato un’identità e obiettivi al gruppo - spiega Nadia - che è nato in modo sperimentale poi abbiamo visto che ci faceva bene, ne avevamo bisogno. Inizialmente è partito dalle ragazze di YEPP Porta Palazzo, gli incontri però erano aperti e si sono subito aggiunte nuove persone. Siamo un gruppo dai 20 ai 30 anni, ci sono persone che studiano all’università, che fanno servizio civile, disoccupate, lavoratrici... Ci sentivamo alla ricerca di uno spazio in cui poter parlare, riconoscere i piccoli malesseri che investono la nostra vita, sentire che erano condivisi, che eravamo meno sole. Ci siamo dette ad esempio che se camminavamo per strada e qualcuno fischiava non ci faceva piacere o se in famiglia venivamo trattate diversamente perché ragazze non ci piaceva. Abbiamo iniziato a condividere in modo sistematico le nostre esperienze: a tutte fa un gran bene perché ci fa riconoscere nei racconti delle altre, capire come le altre gestiscono determinate situazioni. Io ad esempio ho gestito in modo completamente diverso il mio modo di stare per strada. Prima, ad esempio, se ricevevo un complimento o una molestia non rispondevo, invece ora ho iniziato a fermare le persone, a far capire cosa stavano facendo, prima non l’avrei mai fatto perché mi sentivo meno forte e meno sicura”.

Abbiamo chiesto a Elena, Annalisa, Serena e Nadia anche cosa portassero le ragazze in YEPP e di quali tematiche avrebbero voluto che i loro Siti si occupassero di più in futuro.

Nadia racconta che col gruppo “YEPPéFICa” vorrebbero affrontare il tema della figura femminile nelle religioni, in particolare il Cristianesimo e l’Islam “perché veniamo da quei mondi. Sarebbe interessante parlarne. In minima parte stiamo cercando di provare a fare progetti nelle scuole su stereotipi di genere, educazione all’affettività. È vero che nella scuola molti di questi temi non ci sono e avrebbero bisogno di continuità, specie nella scuola secondaria quando i ragazzi sono nel boom della crescita, col rischio di avere uomini e donne incapaci di prendersi cura dell’altro”.

Vorrei portare l’esperienza di altri gruppi e collettivi che ad esempio frequento qui a Pisa - dice Elena di Bivongi -. Penso che usare il cinema, i dibattiti, organizzare delle assemblee in cui non c’è qualcuno che spiega, ma ci si confronta semplicemente sull’argomento portando la propria esperienza, penso sia utile e necessario. Per chi vive determinate cose (come episodi di razzismo, omofobia, transfobia, malattie invisibili come il vaginismo o la vulvodinia), portare una testimonianza è ancora più potente che portare una lezione per spiegare in cosa consiste quell’argomento”.

Le ragazze parlano tutte in modo molto sciolto, motivando e portando esempi. Il livello di consapevolezza che portano su questi temi è pari all’urgenza che trasmettono di parlarne. Forse anche perché, quasi tutte, in modo velato e esplicito, riferiscono in diverse occasioni di aver subito discriminazioni o molestie in quanto donne. C’è chi ha ricevuto apprezzamenti inopportuni durante un colloquio, chi vede gli spalti vuoti allo stadio durante la partita della sua squadra femminile di rugby, chi si scopre quasi incosciente nel prediligere un lato o un altro di un ponte nel momento di attraversarlo quando è pieno di uomini che stazionano, a seconda che sia accompagnata o meno.

Sembrano piccole cose per “piccole donne”, invece, parlando con Nadia, Serena, Elena e Annalisa scopriamo una generazione di giovani cresciute dentro YEPP con tanta voglia di parlare, di non stare zitte, di non “lasciar passare” perché quel fischio, quell’aggettivo, quell’atteggiamento di superiorità subìto in famiglia, al lavoro o per strada, oggi, in loro, non trova più il silenzio, ma una nuova coscienza che sta coltivando consapevolezza, autonomia, attraverso il gruppo, il confronto con altre donne, anche quando questo non è semplice perché si appartiene a generazioni che hanno sensibilità e urgenze differenti.

E l’unica cosa che ci sentiamo di dire a queste giovani yeppiche è: continuate così! Buon 8 marzo a voi e a tutte le donne di YEPP, e non solo di YEPP! Perchè YEPP continua a crescere grazie a VOI.