Fondazioni di Comunità: un nuovo orecchio in ascolto dei giovani.

Fondazioni di Comunità: un nuovo orecchio in ascolto dei giovani.

Nuove realtà, le Fondazioni di Comunità, possono mettersi in ascolto dei giovani e progettare con loro e per loro?

Il 24 febbraio 2022 YEPP Italia, in collaborazione con la Compagnia di San Paolo, ha organizzato un incontro con le fondazioni di comunità del Piemonte e della Valle d’Aosta, allo scopo di presentare le attività di YEPP e di stimolare le fondazioni ad impegnarsi per coinvolgere i giovani come soggetti attivi nella vita delle proprie comunità.

Cosa sono, come funzionano, come agiscono le fondazioni di comunità lo abbiamo chiesto a Carola Carazzone, segretaria generale dell’Associazione ASSIFERO che riunisce le Fondazioni italiane di origine non bancaria. Insieme a lei abbiamo voluto mettere a fuoco i motivi sostanziali che rendono l’incontro tra giovani e fondazioni di comunità un elemento necessario per pensare e costruire il futuro dei territori.

«Si tratta di un movimento estremamente interessante a livello globale - spiega - iniziato negli Stati Uniti con la prima Fondazione di Comunità nata a Cleveland nel 1914, in Ohio. Poi si sono sviluppate nel Regno Unito, in Germania e nell’Europa dell’est. Gradualmente si stanno sviluppando anche nel cosiddetto “global south”, prendendo piede ad esempio in Italia e in Romania».

Le Fondazioni di Comunità, come racconta Carola Carazzone, si pongono rispetto al tessuto sociale in modo specifico, con un approccio che parte non solo dai bisogni di un territorio, ma soprattutto dalle sue risorse, sia economiche ma soprattutto relazionali, intellettuali, esperienziali. Il patrimonio di una Fondazione di Comunità è infatti la comunità stessa.

Di esempi in giro per l’Italia ce ne sono parecchi: dagli orti sociali della Fondazione della Comunità di Mirafiori a Torino, che ha creato un parco agricolo in una zona abbandonata da tempo, alle catacombe di San Gennaro a Napoli dove, ottenuta la concessione della Diocesi, oggi la loro valorizzazione tramite visite ed eventi offre opportunità di lavoro ai giovani del Rione Sanità.

La prospettiva che contraddistingue la progettualità delle Fondazioni di Comunità è quindi decisamente ampia: «c’è un’ottica di lungo periodo - spiega Carola Carazzone - si parla di progetti di 20 o 30 anni ... anche perché ci si pone rispetto agli stakeholders in modo diverso, con un’autorevolezza e una visione che si basa sulla credibilità, una governance coerente, con valori di trasparenza, responsabilità... La capacità e la credibilità che una Fondazione di Comunità mette a disposizione del territorio è il suo marchio».

Se la prospettiva è così di lungo raggio, come si pongono le Fondazioni di Comunità rispetto ai giovani spesso desiderosi di veder realizzati i loro sogni e progetti “qui e ora”?

«La prospettiva delle Fondazioni di Comunità - prosegue Carola Carazzone - è di investire su questioni che non sono risolvibili nell’immediato: spesso sono questioni così complesse che richiedono per forza di cose un lungo periodo (pensiamo alle diseguaglianze, anche intergenerazionali). I giovani possono avere un grande interesse a trasformare le politiche pubbliche attraverso le Fondazioni di Comunità, perché è un tema che li riguarderà per tutta la vita. Inoltre le Fondazioni di Comunità - prosegue - hanno una prospettiva trasformativa, di cambiamento sociale, che ai giovani può interessare visto che sono i nostri “change maker”. Sono loro ad avere caparbietà, voglia di cambiare e una Fondazione di Comunità, proprio perché investe su cambiamenti sistemici, può offrire loro un tavolo credibile, legittimità. Infine questo genere di organizzazione, proprio perché non è la fondazione nata da una famiglia o da un’azienda, rappresenta un interesse generale e non uno particolare».

«Nelle esperienze di community engagement - prosegue Carola Carazzone - i giovani contano tantissimo come attivatori di capitale sociale. Le Fondazioni di Comunità sono intrinsecamente locali, sono basate su asset, donatori, risorse e fiducia generati localmente: il coinvolgimento dei giovani deve essere intenzionale, è un investimento di tempo, energie e risorse che le Fondazioni di Comunità devono fare. Investire in patti sicuri, in processi abilitanti, dove i giovani possano davvero esprimere una partecipazione attiva al processo decisionale”.

Un incontro basato su una reciprocità che può arricchire entrambi, i giovani e le fondazioni: «Da parte dei giovani va coltivata la fiducia di poter fare la differenza non come singolo, ma all’interno di una collettività, in cui ognuno agisce insieme agli altri, attuando un meccanismo di partecipazione in cui la somma è molto più dell’aggregazione dei singoli. Le Fondazioni di Comunità devono lavorare con e per la comunità, dall’altra parte i giovani hanno la possibilità di vedere la dimensione di intelligenza collettiva e di impatto collettivo, per capire che attraverso una Fondazione di Comunità ciascuno può essere più di sé stesso».

Per saperne di più, ASSIFERO ha creato una serie di documenti disponibili sul suo sito : https://assifero.org/