15 anni di YEPP in Italia

15 anni di YEPP in Italia

Un convegno sui “15 anni di YEPP in Italia - Giovani, autonomia, partecipazione alla comunità: dove siamo? Verso dove possiamo andare?” organizzato dall’associazione YEPP Italia e promosso dalla Compagnia di San Paolo per raccontare l’esperienza vissuta da più attori – giovani, operatori sociali, amministrazioni pubbliche, fondazioni – in più di 60 comuni italiani in 4 regioni. 
La restituzione di una storia che compie 15 anni, che continua e si evolve, l’analisi dei risultati e dei cambiamenti prodotti, come punto di partenza per proporre alla “comunità di pratica” che opera nel campo delle politiche giovanili una riflessione condivisa su domande oggi centrali: quali elementi rendono possibile e danno senso e significato, per i giovani, alla partecipazione alla vita della comunità? In che modo il mondo adulto può agire per favorire i percorsi di cittadinanza attiva dei giovani? 

Il 21 ottobre, a partire dalle ore 9.30, nella cornice informale del Sermig - Arsenale della Pace (Piazza Borgo Dora, 61, Torino), il convegno per i 15 anni di YEPP in propone uno spazio di riflessione sui temi dell’empowerment, della partecipazione e della cittadinanza attiva dei giovani. Le peculiarità e gli aspetti innovativi del metodo YEPP, e i dati emergenti dall’analisi dei 15 anni del percorso finora effettuato, vengono proposti come  innesco di una riflessione a più voci tra adulti e giovani che operano in diversi progetti e regioni italiane. 

La mattinata si aprirà con l’intervento di Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo a cui farà seguito Angelika Krueger, direttrice dell’ICE (Institut for Community Education) di Berlino e fondatrice di YEPP, che spiegherà come e perché è nato YEPP in Europa. 
Sarà Angela Lostia, presidente di YEPP Italia a presentare lo Studio “15 anni di YEPP in Italia” (2013 – 2018). Ad animare il confronto sui temi proposti dallo Studio saranno Vincenza Pellegrino, professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all'Università di Parma e Andrea Marchesi, docente presso cattedra di Pedagogia Generale dell'Università di Milano Bicocca.

Lo Studio ricostruisce le tappe fondamentali dei 15 anni di sperimentazione del metodo YEPP in Italia, le peculiarità del percorso e dell’approccio. Inoltre propone un’analisi del percorso dei siti locali, delle risorse investite, dei cambiamenti prodotti nei ragazzi e sui territori, ponendo l’attenzione sugli elementi chiave che consentono o ostacolano il cambiamento. 
Parte significativa dello Studio è dedicata ad una serie di interviste a responsabili di enti, servizi, associazioni che si occupano di partecipazione dei giovani in Piemonte, Lombardia, Veneto. Il loro punto di vista aiuta ad approfondire la conoscenza degli elementi che nel lavoro di ciascuno risultano motivanti, attrattivi, costruttori di senso per suscitare e sviluppare la partecipazione dei giovani alla vita della comunità. Sono stati intervistati rappresentanti di: Area Giovani Gruppo Abele (Torino), cooperativa sociale Agorà (Genova), cooperativa HG80 (Bergamo), associazione Papaveri Rossi (Torino), associazione Cinema Vekkio (Corneliano d’Alba), Portale Giovani (Comune di Padova), associazione Treno della Memoria (Torino), Gruppo Scout TO 31 (Agesci Torino).
Infine, lo Studio raccoglie l’esperienza dei giovani che emerge dalle interviste alle ragazze e ai ragazzi dei diversi siti locali di YEPP. Giovani diversi tra loro per genere, età, territorio in cui vivono, anzianità nel percorso YEPP portano gli elementi significativi e critici del loro percorso. 

Il convegno proseguirà nel pomeriggio (h. 14.00), dando subito la parola ai giovani della rete italiana YEPP che illustreranno le attività da loro promosse a livello locale con testimonianze e immagini. I partecipanti potranno visitare la mostra “YEPP in Italia e in Europa”, dialogare con i giovani rappresentanti dei siti YEPP italiani e con Jochen Schell, direttore di YEPP Europe.
Dopo la visita alla mostra, in gruppi condotti da facilitatori, a partire dalla narrazione di specifiche esperienze di lavoro con i giovani, i partecipanti al convegno svilupperanno riflessioni su quattro tra i temi più interessanti emersi dalle interviste effettuate da YEPP Italia con organizzazioni che si occupano di partecipazione giovanile: 1) Continuità? Discontinuità?, 2) Valori, 3) Metodo, 4) Ruolo dell'adulto. 
La conclusione della giornata sarà affidata allo sguardo poetico di Lucilla Giagnoni, attrice di primo piano nella scena teatrale nazionale.

La Compagnia di San Paolo dal 2003 promuove YEPP in Italia e lo riconosce come metodo di riferimento per i propri progetti in ambito giovanile. 
L’associazione YEPP Italia sviluppa e diffonde YEPP nelle regioni italiane. Attualmente sono attivi 13 “siti” YEPP che coinvolgono 60 comuni in 3 regioni.

YEPP (Youth Empowerment Partnership Programme) è un metodo di lavoro che attiva i giovani nelle comunità e crea empowerment soprattutto nei territori con minori opportunità. È stato messo a punto nel 2001 dalla Berlin Freie Universitat e dall’Ocse e sperimentato in diversi Paesi europei su iniziativa di alcune fondazioni europee e statunitensi. 

Lo “Studio” 

Quindici anni non sono ancora Storia. Però sono una storia. 
Lo “Studio” si propone come una riflessione basata sull’analisi dell’ampia documentazione prodotta negli anni, sia nei singoli siti sia trasversalmente da YEPP Italia. 
Tuttavia i contenuti dello Studio non avrebbero potuto essere completati se non con l’apporto delle persone che con ruoli diversi contribuiscono a far esistere YEPP; sono gli incontri periodici con gli operatori dei siti locali, il confronto con le organizzazioni partner e finanziatrici, i ragionamenti scambiati con le ragazze e i ragazzi nei gruppi locali, che hanno reso possibile il non facile compito di produrre un pensiero riflessivo capace di cogliere le molteplici implicazioni del percorso e di mettere a fuoco le molte domande aperte.
Il misto di rigore metodologico e utopia che chiamiamo YEPP è nato nel 2001 in Europa, nel 2003 in Italia per iniziativa della Compagnia di San Paolo. In luoghi e contesti diversi le persone che hanno contribuito a fare YEPP, giovani e adulte, hanno tradotto l’idea iniziale in pratiche sul campo, sperimentando quanto tempo, pazienza, competenze, intreccio di condizioni favorevoli siano necessari per sviluppare un nuovo processo. Infatti YEPP porta sui territori una precisa idea di cambiamento del ruolo dei giovani nelle comunità locali, e lo fa proponendo la pratica di un metodo che agisce contemporaneamente su più livelli: la progettazione partecipata locale, le reti sul territorio, la rete nazionale e internazionale, l’advocacy e il partenariato con le amministrazioni pubbliche, la condivisione con le fondazioni. 
A fare da filo conduttore, l’idea che gli adolescenti e i giovani possano partecipare a pieno titolo come cittadini alla vita delle comunità locali e portare il proprio contributo, acquisendo le necessarie competenze e assumendosi precise responsabilità.
I 18 siti locali di YEPP avviati in Italia dal 2003 in poi si sono sviluppati con tempistiche, contenuti e esiti diversi. Quindici anni sono un tempo sufficiente per cominciare a ragionare su questo panorama multiforme, mettendo a fuoco i cambiamenti prodotti e la loro relazione con gli scenari attesi.
Ascoltando le diverse voci del mondo YEPP, emerge soprattutto che non ci sono formule certe o risposte garantite ma sperimentazione, riflessione e riaggiustamento della rotta, un esercizio, faticoso ma stimolante, continuamente richiesto per tradurre il metodo YEPP in percorsi di empowerment dei giovani reali e praticabili. Ma si comprende anche che oltre e prima delle competenze, della professionalità, delle risorse, osservando gli anni trascorsi si riscontra un elemento irrinunciabile, trainante e determinante: il binomio passione - entusiasmo, portato nei siti da giovani e adulti.
Il quadro che emerge dallo Studio mette in luce la complessità del compito, le sue difficoltà, le soste lungo il percorso, ma nel complesso restituisce cambiamenti, piccoli o più consolidati, che incoraggiano a proseguire e a sviluppare ulteriormente l’ipotesi di YEPP.
15 anni segnano per YEPP un passaggio di crescita, simbolico ma anche reale: le riflessioni sulla strada percorsa consentono di aprirsi a nuove comprensioni e a un rinnovato agire, mantenendo l’identità di YEPP ma sapendola adeguare ai cambiamenti avvenuti, sempre più rapidi, nei territori e nei giovani.
In questo percorso YEPP non è l’unica e sola: altre organizzazioni, operatori, studiosi, istituzioni, condividono le nostre domande centrali, su quali pratiche e modelli meglio possano creare le condizioni per suscitare e far crescere l’empowerment personale dei giovani e il loro ruolo di cittadini attivi che si prendono cura della comunità. 

I temi di confronto

Il convegno sarà l’occasione per confrontarsi su alcuni tra i temi più interessanti emersi dalle interviste effettuate da YEPP Italia alle organizzazioni che si occupano di partecipazione giovanile in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto; alle interviste è dedicato uno dei capitoli dello Studio, che sarà commentato dai due relatori, Pellegrino e Marchesi, incaricati di "rilanciare" gli aspetti più stimolanti.

1. Continuità? Discontinuità?
1)    L'impegno di lungo periodo in un progetto e nelle sue singole attività, la durata nel tempo di un gruppo e della partecipazione dei singoli giovani (almeno due/tre anni) è sempre e necessariamente un obiettivo da perseguire?
2)    C’è chi ritiene la discontinuità e il ricambio generazionale un problema, chi invece li vede come fisiologici o anche segnale positivo di cambiamento e riadeguamento. Fenomeno naturale oppure sfida da affrontare nei progetti? Come va affrontata?
3)    In un percorso di lungo periodo, che tipologia di giovani rimangono come organizzatori e responsabili, in una prospettiva di continuità?

2. Valori
1)    In che modo i valori devono intersecare il lavoro quotidiano con i gruppi di giovani?
2)    Quali valori: quelli più immediati, che toccano i comportamenti individuali e nel gruppo, come la lealtà, la cortesia, oppure anche valori che toccano una sfera più ampia, civile e politica, come l'antifascismo, l'antirazzismo, la lotta contro l'indifferenza? 
3)    Come proporli al gruppo: sono oggetto di riflessione esplicita, di discussione innescata dall’operatore adulto, sono parte precisa del percorso formativo che viene proposto? Oppure invece vengono lasciati sullo sfondo, impliciti nel pensiero e nell’agire dell’operatore, e quindi l'obiettivo è strutturare un percorso che consenta ai ragazzi, in particolare ai più grandi, di individuare i propri valori per agire di conseguenza? 

3. Metodo
1)    Quali strumenti del lavoro educativo possono essere concordemente individuati come ingredienti fondamentali e non rinunciabili per favorire il coinvolgimento, l’impegno, la partecipazione attiva dei giovani?
2)    È importante che il metodo proposto ai gruppi di giovani includa formazione, progettazione, sperimentazione, valutazione?
3)    Quale ruolo ha la dimensione del gruppo nel percorso di attivazione che viene proposto (spazio che contiene, mediatore dell'esperienza, luogo di apprendimento dagli adulti e dai pari…)? 
4)    Quanto è importante / efficace il gruppo come strumento di lavoro socio – educativo e quanto è importante una proposta rivolta invece ai percorsi individuali, in una prospettiva di costruzione di cittadinanza?

4. Ruolo dell'adulto
1)    Qual è il ruolo dell’operatore adulto che conduce un progetto? Come deve porsi nei confronti dei giovani: è chi sta accanto, accompagna, media con la realtà? Oppure dietro, a sostegno e tutela? O forse davanti, in funzione trainante? 
2)    Quale profilo personale e professionale deve avere la figura educativa che lavora con i giovani?
3)    Gli adulti che hanno o possono avere un ruolo nel favorire o frenare i percorsi di partecipazione attiva dei giovani sono anche altri - i genitori, gli insegnanti, i cittadini in generale della comunità locale; che tipo di collaborazione /coinvolgimento si può creare per far nascere condivisione del percorso educativo, ma anche per rispondere agli stereotipi e ai pregiudizi che spesso gli adulti hanno nei confronti dei giovani?