YEPP: tessere comunità in tempo di pandemia

YEPP: tessere comunità in tempo di pandemia

Il contagio, le mascherine, il distanziamento ... in questo 2020 la pandemia esige di non avvicinarsi agli altri, logorando i legami. Nulla di più impattante per i giovani che nell’intrecciare relazioni annodano i fili del loro futuro. 

Eppure proprio quest’anno il blocco agli spostamenti li ha portati a vivere più a stretto contatto con il territorio e la comunità di riferimento. Dal racconto dei giovani di YEPP Valle Stura e YEPP Valle Tanaro (nella provincia di Cuneo) scopriamo come questo “stringersi attorno” alla propria comunità li abbia fatti sentire parte di questa.

Dalle loro parole emerge un riconoscimento che qualifica i siti YEPP come attori protagonisti, convocati per intervenire nelle emergenze, come dopo l’alluvione in Valle Tanaro, o invitati a contribuire alla crescita culturale e sociale, come in Valle Stura. 

Già dal precedente lockdown - spiega Alessia di YEPP Valle Stura - ci siamo resi conto di essere stati visti per la prima volta dal territorio, in particolare dalle altre realtà di volontariato. L’Associazione “Insieme diamoci una mano”, ad esempio, ci aveva chiesto di fare un’indagine sui social su come stavano le persone anziane. Anche con i progetti Turna Sì e quello che stiamo scrivendo per un bando della Regione, dovendo chiedere delle collaborazioni, abbiamo visto che c’è un riconoscimento di YEPP, la gente ne sente parlare, abbiamo più visibilità”. 

Sul significato di “far parte della comunità” Alessia fa un esempio concreto: “In estate siamo partiti con i gruppi studio che ora non si possono fare in presenza. Le volontarie continuano comunque a vedere i bambini in videochiamata per giocare, passare del tempo insieme riflettendo su come stanno... Chiederemo ai bambini di disegnare un sogno per il loro futuro attraverso immagini, parole, poesie, pensieri. Vorremmo raccogliere il materiale entro metà dicembre in una raccolta artistica un po’ per l’avvicinarsi del Natale, un po’ per restituire che i bimbi sono ancora capaci di pensare cose positive. Secondo me questo è fare comunità”. 

Ci sono altri esempi di collaborazione tra YEPP e la Valle Stura. La più significativa è stata la richiesta dell’Unione montana di animare le visite all’Ecomuseo della Pastorizia a Ponte Bernardo dove si ripercorre la cultura e la vita attorno all’economia della pecora sambucana. “Abbiamo coinvolto 5 ragazze dai 17 ai 25 anni (una della bassa valle e una da fuori valle) - continua Alessia - in una formazione e in un weekend di prova come “guide” poi il Covid purtroppo ha fatto chiudere l’Ecomuseo. Quest’anno, pur con tutte le sue difficoltà, credo abbia unito come mai prima le realtà del territorio. Sentiamo di raccogliere il frutto delle tante cose fatte negli anni, stiamo riuscendo a farci conoscere e ascoltare”.

Anche i giovani di YEPP Valle Tanaro raccontano un’esperienza positiva di aiuto alla loro comunità in occasione dell’alluvione di inizio ottobre. 

Aurora, 21enne di Garessio, sottolinea il cambio di passo del sito YEPP: “Quest’anno avevamo in mente tante attività, soprattutto all’aria aperta, poi più della pandemia è stata l’alluvione ad ostacolarci. Abbiamo reindirizzato i nostri obiettivi: dalle attività ludiche e sportive per i nostri coetanei ci siamo spostati su come poter essere utili ai Comuni”.

Per Camilla, 23enne garessina, questa attivazione darà frutti anche in futuro: “Dato che siamo un gruppo relativamente nuovo per il territorio, questa è anche un’occasione per farci conoscere, far girare il nostro nome sperando che altri ragazzi si avvicinino, dare ai Comuni un’immagine positiva del nostro operato anche per poter collaborare più facilmente”. 

I giovani di YEPP Valle Tanaro hanno deciso di riconvertire i fondi per gli eventi a favore di un’iniziativa benefica, come spiega Aurora: “Abbiamo deciso di produrre delle mascherine in cambio di donazioni, collaborando con un grafico della valle, Francesco Destradis. Vogliamo farne circa 250-300 per adulti e bambini. Una serigrafia del posto le stamperà usando i nostri fondi e le rivenderemo devolvendo l’intero ricavato ai Comuni. Ormea sistemerà la “balconata nel verde” che è un percorso escursionistico che ha subito delle frane. A Garessio si interverrà sul laboratorio di ceramica delle scuole medie che nello scantinato è andato quasi completamente distrutto. Priola risistemerà un’area verde con strutture in legno. Nucetto rifarà i giardinetti in centro paese dove si fanno eventi, Bagnasco invece deve ancora farci sapere cosa farà”. 

Francesca, 21enne genovese “trapiantata” in Valle Tanaro, racconta: “Abbiamo parlato principalmente con gli assessori e alcuni sindaci. Erano tutti super positivi, contenti ed entusiasti, ci hanno detto che apprezzavano che volessimo dare una mano. Mi sono sentita parte del gruppo più che mai. Essere chiamata in causa insieme ad un gruppo è stato molto gratificante perché sapevo di poter dare una mano, anche nel mio piccolo, a chi aveva bisogno. Da tantissimi anni vado ad Ormea anche se non so cosa significa viverci tutto l’anno però partecipando a questo aiuto di gruppo mi sono sentita per la prima volta parte integrante di questo posto”.

Alla fine, nelle parole di Aurora, traspare come il Covid anziché allontanare i giovani li abbia al contrario uniti: “Abbiamo avuto tempo e modo di poterci soffermare su ciò che avevamo intorno. Io, che ero più proiettata fuori (dall’Università a Torino all’Erasmus all’estero), ho potuto fermarmi a capire cosa c’è qui, cosa manca... Il Covid ha creato più attenzione. L’alluvione è stato il fulcro del darsi una mano, unirsi, ci si sente veramente colpiti da qualcosa di comune e si crea gruppo. Queste condizioni in cui ci siamo ritrovati, pur nella sfortuna, hanno portato qualcosa di buono. So che il mercoledì posso trovarmi con gli altri per progettare e fare qualcosa insieme. Francesca, ad esempio, anche se è a Genova continua a partecipare, abbiamo visto che si può fare, si può partecipare anche se distanti."