YEPP Falchera: la periferia al centro

YEPP Falchera: la periferia al centro

Un Amministratore e un coordinatore: con queste due voci iniziamo a raccontare la storia e l’impatto che YEPP Falchera ha avuto sui giovani e su questo pezzo di periferia torinese. Un focus per indagare buone pratiche, elementi di replicabilità e unicità che costituiscono gli ingredienti specifici di questa Associazione giovanile.

Ma prima qualche informazione per i non torinesi! Falchera si trova all’estremo nord della città: un quartiere (parte della Circoscrizione VI) storicamente isolato dai suoi confini (a nord la tangenziale, a est l’autostrada Torino –Milano, a sud la ferrovia, ad ovest la provinciale per il Canavese). Nonostante il prolungamento della linea tramviaria n° 4 e l’apertura della stazione ferroviaria Torino Stura, residenti e torinesi la vedono ancora come un satellite distante. Nonostante i pregiudizi che spesso le hanno attribuito un’etichetta negativa, e la concentrazione di una classe di lavoratori negli anni sempre più impoverita, Falchera gode della presenza di tante persone e gruppi attivi nella comunità e di numerose aree verdi. In questo contesto nel 2013 nasce il gruppo YEPP Falchera che nel 2018 vede i giovani costituirsi in Associazione di promozione sociale, arrivando oggi a gestire due spazi di proprietà comunale: il Barrio e il Falklab.

Marco Giusta, Assessore del Comune di Torino con delega alle Politiche Giovanili, ripercorrendo la storia di YEPP Falchera, sottolinea:

“Posso dire di aver trovato dei ragazzi meravigliosi e fortunati nell’avere YEPP che li ha aiutati a crescere e maturare. Hanno trovato un ambiente di adulti (educatori, rappresentanti del quartiere e delle associazioni/cooperative ...) che ha creduto in loro, facendoli crescere in YEPP e nel quartiere. Nonostante la loro giovane età, hanno raccolto la sfida di gestire lo spazio del Barrio. Aspettiamo da due anni un finanziamento della Regione che consentirà di acquistare gli ultimi pezzi per avere l’autorizzazione per il pubblico spettacolo e farlo tornare ad essere uno spazio di musica e progettualità che risponde ai bisogni dei giovani di Falchera, Torino e delle città limitrofe, dato che è sempre stato un punto di riferimento per il territorio.

L’esperienza con questi ragazzi è entusiasmante: la possibilità di avere il Falklab (edificio inserito nel bando “Co-City” per la promozione della gestione condivisa dei beni comuni realizzato grazie a fondi europei) e il Barrio ha consentito di creare una sinergia tra spazi per giovani under 25 e under 35 che vengono gestiti dallo stesso gruppo e agiscono in modo sinergico, dando un valore aggiunto al quartiere”.

 Nel percorso di Falchera, qual è stato il valore portato dal metodo YEPP?

“Quello di Falchera è un bellissimo percorso che si sposa con la metodologia di YEPP come accompagnamento che non si limita ad animare i giovani, ma a co-progettare con loro, a renderli responsabili. Credo che come metodologia sia una best practice da usare in altre situazioni. Qui si è potuto attivare perchè mancava una realtà aggregante aperta a tutti i ragazzi del quartiere. Mi piacerebbe molto che questo metodo e la storia di YEPP Falchera costruissero a livello comunale una best practice dove la creazione di spazi giovanili diventasse una politica pubblica: spazi che vengono strutturati da attivatori di comunità che accompagnano i ragazzi a costruirli e animarli.

Indubbiamente il valore aggiunto è stato quello di essere una presenza sicura ma non ingombrante. Qualcosa che dava una rete di sicurezza all’interno della quale i giovani potevano sperimentare, osare, creare, ma senza chiuderli: un esserci che ha permesso loro di acquisire competenze, confrontarsi con altri territori in Italia e nel mondo. YEPP ha una modalità per cui “apre delle porte” che normalmente non si sa esistano o non vengono aperte, lasciando traccia di un protagonismo reale dei giovani.

Falchera negli anni ha dimostrato di essere altro oltre agli stereotipi, anche grazie a YEPP. Vedere centinaia di persone assistere ad un concerto, una comunità che si stringe attorno agli eventi organizzati dai propri ragazzi è un vantaggio eccezionale”.

Roberto Varone, coordinatore di YEPP Falchera, dopo aver seguito il percorso di formazione metodologica di YEPP Italia ha guidato il sito dal suo avvio nel 2013. Oggi supporta la progressiva autonomia dei giovani responsabili dell’associazione nata nel 2018.

Qual eredità ha generato YEPP Falchera per i ragazzi e il quartiere? 

"Quando iniziammo YEPP a Falchera era un quartiere di 7.000 abitanti con 700 giovani: tra i vari eventi, azioni, progetti, finora ne abbiamo raggiunti un centinaio. Molti non vivono il quartiere perché studiano o lavorano fuori. In ogni caso, YEPP non lavora sui grandi numeri, ma sulla qualità. Rispetto a quelli che hanno partecipato alla nascita dell’Associazione e sono ancora attivi, da parte loro nel corso del tempo c’è stato un investimento molto forte sul fare delle proprie passioni un futuro lavoro. La presenza dei due spazi (El Barrio e Falklab) è un gran punto di forza, ma richiedono tempo, cura e una grande professionalizzazione.

In generale YEPP ha creato un grosso impatto in termini di acquisizione di competenze. Prima il Barrio era gestito dall’Associazione Miao (Musica, internet, arte e oltre) e il target di concerti e iniziative erano soprattutto gli universitari provenienti da tutta Torino, ma che non vivevano il quartiere. Il passaggio ad una gestione diretta dei ragazzi di Falchera ha significato centrare un obiettivo: far diventare questo spazio una risorsa per il quartiere. Le chiusure dovute al Covid non hanno fermato l’Associazione che ha pure dei nuovi soci (cosa non da poco!). Questo è frutto del fatto che si sta lavorando molto bene sugli spazi”.

Quali sono gli elementi specifici del “successo” di YEPP Falchera?

"Quando è nato nel 2013 c’era già una rete di associazioni attiva sul quartiere che facevano riferimento al Barrio (Associazione MIAO e CISV), in parte legate al Comitato per lo Sviluppo della Falchera. Il Comitato ha proposto un progetto sui giovani alla Compagnia di San Paolo che ha presentato YEPP come metodo. La Cooperativa CISV ha seguito tutta la gestione del primo piano operativo, in particolare l’aspetto amministrativo che spesso richiede un sacco di tempo e viene sottovalutato. Avere una cooperativa che lo facesse in modo continuativo è stato molto utile. Anche la presenza di poli aggregativi come El Barrio e Falklab ha giocato a favore, così come la sinergia con il Comune, specie questa ultima amministrazione (con persone di riferimento come l’Assessore Giusta e il funzionario Fausto Sorino). Altro fattore decisivo è stata l’intuizione e la volontà da parte dell’Associazione MIAO e della Cooperativa CISV di fare un passaggio generazionale, facendo in modo che i ragazzi fossero in grado di gestire direttamente gli spazi. 

Rispetto ad altri territori, il fatto che Falchera sia quasi un paesino a sé stante, quindi un po’ isolato (anche dal punto di vista mentale), ha costituito un vantaggio. Ad esempio le distanze qui sono minime, i ragazzi si spostano a piedi, c’è un senso di comunità, pur con le spaccature tra Falchera vecchia e nuova. Lo svantaggio è che tende ad auto-isolarsi: gli stessi ragazzi di YEPP Falchera negli anni hanno forse partecipato poco alla rete YEPP nazionale. Gli elementi di replicabilità ci sono: innestarsi su un terreno già fertile, attivo, con idee di politiche giovanili rispetto a bisogni espressi, gli spazi (richiesta che viene fuori da tutti i siti YEPP), un Comune “che ci senta” e abbia risorse da investire (non solo monetarie), il passaggio generazionale che fa parte del metodo YEPP”.