Continuare a porsi domande e a immaginare risposte

Continuare a porsi domande e a immaginare risposte

Il punto che distingue la noia educata di un gruppo di lavoro dalla coinvolta partecipazione è la passione. È questo l’ingrediente che ha attraversato in modo percepibile tutti i 6 gruppi al lavoro nella seconda parte della giornata di convegno sui 15 anni di YEPP in Italia.

Operatori esperti, adolescenti, rappresentanti di fondazioni, amministratori pubblici, giovani adulti, insegnanti, studiosi, dei siti YEPP e di altre realtà, mescolati nei gruppi hanno dato vita a spazi di riflessione e di ascolto reciproco. Quattro i temi proposti da YEPP Italia, che li ha ritenuti cruciali per i giovani e per gli adulti impegnati a promuovere e attuare percorsi di partecipazione alla vita della propria comunità: Continuità/Discontinuità, Valori, Metodo, Ruolo dell’Adulto. Ciascun gruppo è stato aperto dal racconto di un’esperienza che potesse illustrare un tema e suscitare pensiero. Le narrazioni sono state affidate a Paolo Putti (Genova, cooperativa sociale Agorà), Andrea Tua (Torino, associazione Treno della Memoria), Massimiliano Grasso (Torino, Scout Agesci TO31), Paolo Castelli (Bergamo, cooperativa HG80), Kristian Caiazza (Torino, Area Giovani Gruppo Abele), Alberto Contu (Corneliano d’Alba, circolo Arci Cinema Vekkio). Per tutti i partecipanti, una raccomandazione del/della facilitatore/facilitatrice: partire da sé, filtrare il pensiero attraverso la propria personale esperienza di cittadinanza attiva, evitando teorizzazioni generali.

Il lavoro dei gruppi è stato verbalizzato, riletto ed elaborato. Ne è emersa una molteplice ricchezza di contenuti, di stimoli che come una raggera di strade si dipartono in molte possibili direzioni di approfondimento. All’inizio del 2020 YEPP Italia pubblicherà una sintesi ragionata di quanto è emerso dai gruppi, come possibile strumento di lavoro da cui ciascuno potrà estrarre i temi e i suggerimenti più vicini alla strada di partecipazione attiva che sta percorrendo.

Per incuriosire sui contenuti, nelle righe che seguono proponiamo un anticipo sotto forma di alcune domande che sono state al centro del lavoro dei gruppi sui 4 temi proposti. È un piccolo regalo di YEPP Italia per le prossime feste: a tutte e tutti coloro che leggono, con l’augurio di entrare nel nuovo anno, dopo una serena e meritata vacanza, con l’energia e il desiderio di continuare a porsi domande e a immaginare risposte – mai definitive né assolute - che nutrano il pensiero e guidino l’azione.

Continuità/Discontinuità. La continuità dei giovani impegnati in un percorso è sempre e comunque un elemento positivo? Gli adulti hanno paura della discontinuità dei giovani e la vivono come fallimento? La discontinuità è un elemento della libertà di scelta? Quale rapporto tra la continuità dell’impegno e il legame con un territorio che riconosci e che ti riconosce?  Discontinuità come sintomo della difficoltà dei giovani a pensarsi oltre l’individuo, in una dimensione collettiva?

Valori. Di che cosa parliamo quando parliamo di valori nei percorsi con e dei giovani? Quelli piccoli e quotidiani? I valori “alti”? E soprattutto, chi li definisce? Valori trasferiti dall’adulto, o valori che emergono e vengono rielaborati dai ragazzi? È più corretto tenerli impliciti o esplicitarli? Quali luoghi, contesti e valori si traducono in percorsi di cittadinanza attiva? Gli adulti educanti sono tecnici esperti o umani che incarnano dei valori? Valori come frutto del lavoro di costruzione di un patto che li definisce?

Metodo. In che misura nei percorsi con i giovani sono presenti due diverse modalità, l’esperienza emotiva illuminante e l’apprendimento graduale? Quale peso ha l’impatto emotivo come elemento attivatore? Quale posto per il divertimento, non come occasionalità estemporanea e fine a sé stessa ma come parte specifica del metodo di lavoro? Gli spazi dell’azione con i ragazzi - il centro giovani, la piazza, la strada, spazi chiusi e spazi pubblici: che cosa li rende luoghi significativi? Uno spazio frammentato tra appartenenze diverse – il negoziante, il ragazzo, l’anziano, il bambino e così via – o un luogo comune? Come modulare l’aggancio e il coinvolgimento attivo verso tipologie molto diverse di giovani? E verso i giovani che si chiudono in casa?

Ruolo dell’adulto. Un ruolo temporaneo che si esaurisce o un apporto irrinunciabile perché i processi avviati continuino e si allarghino a nuovi giovani? A quali adulti spetta promuovere percorsi di cittadinanza, solo ai “professionisti dell’educazione”? Gli adulti che promuovono la partecipazione dei giovani sono cittadini che partecipano? L’adulto come mediatore tra mondi e linguaggi diversi? Quale spazio per il conflitto? Come connettere alleanza e conflitto in modo generativo?