Il valore del gruppo YEPP in Val Tanaro

Il valore del gruppo YEPP in Val Tanaro

La rete di YEPP sui territori nasce per mettere in sinergia giovani, istituzioni locali, realtà del Terzo Settore in grado, attraverso l’applicazione del “metodo YEPP”, di progettare nuove opportunità per le politiche giovanili. Abbiamo deciso di dare voce alle componenti di questa rete, a partire dagli enti locali che hanno deciso di sposare questa metodologia e mettersi in gioco.

Abbiamo chiesto una testimonianza a chi ha deciso di aprire le porte del suo territorio a YEPP, partendo da Giorgio Ferraris, presidente dell’Unione Montana della Val Tanaro e Sindaco del Comune di Ormea, paesino di 1.500 abitanti in Piemonte, in quella zona della provincia di Cuneo che confina con la Liguria.

Quali sono le principali sfide delle politiche giovanili nel suo territorio?

"In una valle come la nostra, la situazione cambia tra Comuni della bassa valle (come Nucetto e Bagnasco che sono vicini a Ceva e si trovano a pochi chilometri dall’autostrada e dalla ferrovia) e Comuni dell’alta valle (come Garessio e Ormea). Ancora diversa è quella dei piccoli Comuni di alta montagna come Caprauna e Briga Alta dove il problema dei giovani non c’è perché non ci sono quasi più abitanti! A Briga Alta, ad esempio, è nato quest’anno un bambino da una coppia che ha preso in gestione un rifugio: l’ultima bambina era nata 44 anni fa. Questo vale anche per le borgate: Ormea, ad esempio, è un Comune sparso su 25 chilometri quadrati, abbiamo 32 chiese, 14 cimiteri nelle frazioni sulle montagne che ormai sono tutte con pochi residenti, quasi tutti anziani.

Paesi come Garessio e Ormea che hanno dai 1.500 ai 3.000 abitanti hanno un po’ di giovani, ma in percentuale squilibrata: l’età media nei nostri paesi è sopra i 55 anni. I giovani non sono tanti e questo complica la situazione: nell’età in cui fanno le elementari e le medie trovano ancora le scuole, ma essendo in numero ridotto si perdono. Finite le medie spesso prendono strade diverse perché scelgono una scuola difficile da raggiungere: qualcuno è costretto ad andare fuori in settimana o viaggia su Mondovì e Ceva. Avere momenti di aggregazione legati ad attività o alla scuola è difficile: le dimensioni demografiche non consentono la presenza di luoghi per il tempo libero organizzati e attrezzati perché non si può investire su qualcosa che poi non regge. Nei centri piccoli, anche se il senso comune porterebbe a pensare che si aggreghino più facilmente, non succede così. Le difficoltà di aggregazione a volte sono superiori paradossalmente in situazioni più semplici come la nostra che in realtà più grandi e complesse".

Qual è allora il valore aggiunto di un gruppo come YEPP per il suo territorio?

"YEPP cerca proprio di creare momenti organizzati di aggregazione, finalizzati a fare cose che servono ai giovani e alla comunità. Da questo punto di vista il gruppo anche ora fa quello che può: recentemente hanno fatto un’iniziativa di solidarietà rispetto agli eventi alluvionali, ad esempio. Vedo che l’adesione dei giovani purtroppo però è limitata anche se YEPP ha costituito un momento di scambio per chi ha partecipato, dando l’opportunità di vivere anche esperienze fuori dalla nostra realtà.

Oggi, in cui vengono a mancare situazioni di corpi intermedi organizzati di qualunque genere, siamo costretti ad un individualismo abbastanza esasperato perché al di là di chi fa parte di associazioni molto finalizzate (ad esempio le associazioni sportive) per il resto i momenti organizzati di confronto e le possibilità di partecipazione alla vita sociale non esistono. In passato i partiti, i sindacati, le associazioni consentivano a chi si affacciava alla vita, a chi aveva voglia di conoscere e intraprendere, di fare delle cose. Il progetto YEPP è nato proprio per dare possibilità di confronto, fare iniziative perché non possiamo pensare che queste possano nascere solo sul web".

I giovani di YEPP Valle Tanaro, in un precedente articolo, ci hanno raccontato di aver vissuto un nuovo coinvolgimento nella comunità proprio dopo l’alluvione dell’inizio di ottobre 2020. Cosa ne pensa?

"I ragazzi che partecipano a YEPP e che prendono parte alle sue iniziative sono sicuramente motivati, probabilmente questa calamità li ha toccati da vicino e li ha spinti a partecipare alla vita sociale, trovare un ruolo, fare delle iniziative (i ragazzi hanno creato una raccolta fondi online per supportare i lavori di ripristino nei Comuni colpiti -ndR). Li ho visti anche ben attrezzati, sapendo che comunque il numero di adesioni è limitato. Mi auguro che possa servire di stimolo agli altri. Qui in valle ci è piaciuta l’idea di YEPP: diversamente non vedevamo altri strumenti per coinvolgere i giovani. Ci è interessato trovare qualcosa di consolidato come una metodologia e un approccio che potessero servire a motivarli. Mi auguro che qualcuno rimanga: chi ha vissuto l’esperienza di YEPP rimane con qualcosa in più, con qualche strumento utile per la comunità".

Cosa servirebbe per “far rimanere” i giovani sul territorio?

"È un complesso di cose: la prima è il lavoro. Ho fatto 6 mandati come Sindaco di Ormea: negli anni Ottanta e Novanta c’erano più giovani, qualcuno si è laureato, ma pochi sono riusciti a rimanere. La neve, le strade brutte, non aiutano a gestire una famiglia e un lavoro a distanza. L’unica cosa che potrebbe darci una mano, ma non in maniera risolutiva, sarebbe avere una connessione a internet per far lavorare chi può a distanza. Pesa anche la carenza di servizi: è vero che con i servizi telematici si possono fare tante cose, ma non tutto. Le aziende, ad esempio, se hanno bisogno di interventi tecnici devono affrontare costi maggiori perché bisogna rivolgersi a realtà a 60/80km di distanza. Bisognerebbe migliorare servizi e infrastrutture, avere una connessione internet adeguata: questo sarebbe un insieme di cose che potrebbe migliorare la situazione".